Il tema delle gabbie in verità non è un tema bensì una reale condizione dell’esistenza umana. Il punto di osservazione è ad ampio spettro, le gabbie sono principalmente culturali, legate alle tradizioni, alle abitudini, alle appartenenze di vario tipo: politico, sociale, religioso, ideologico. Insidiose perchè invisibili, spesso difese da noi stessi con forte determinazione. Preoccupanti perchè si strutturano su modelli che ci accolgono appena usciti dal ventre materno. Crediamo di doverci adeguare, siamo appena arrivati, siamo piccoli, inesperti, vulnerabili. Immagino che inizi così la personale costruzione della maschera e ci impegnamo moltissimo perchè questa diventi sempre più credibile. Le maschere sono i gendarmi che proteggono le gabbie ovvero i modelli che necessariamente crediamo di dover adottare e difendere. Le mie gabbie però si ostinano a voler far notare una via altra, seppur celata, in realtà si trova proprio lì accanto a noi. Ho appeso al lungo e accogliente ramo del grande albero le mie gabbie realizzate con rete metallica. Sono senza base, oscillano al vento e hanno in sè piccoli simboli che possono aiutare a veder altrove, oltre il conosciuto, oltre le barriere, oltre la zona di confort. Hanno maglie che sono senz’altro vie di fuga. Ci invitano a praticare l’immaginazione coraggiosamente per procedere verso la libertà in compagnia di tutti gli esseri che amano e ricercano la verità. Perchè la verità la conosciamo tutti ma siamo stati viziati da forze che ci vogliono misurabili, prevedibili e governabili. Le gabbie pertanto ci invitano, se messe in luce, ad aprirci alle relazioni superando paura e pensieri giudicanti, portando noi stessi così come siamo.
Alerti